Ci troviamo ad Urbino, la città di Raffaello e uno dei borghi più belli e importanti del Rinascimento italiano. Il centro storico di Urbino è da vent’anni patrimonio dell’umanità UNESCO.
E’ proprio dentro le mura di questo meraviglioso paese così suggestivo che si trova la gelateria Raffaella di cui vi parleremo oggi! Una piccola realtà semi-biologica di Raffaella Paci che abbiamo intervistato per capire la storia della sua attività e il motivo della sua scelta Bio.
Ciao Raffaella! Ci racconti, come è arrivata ad Urbino?
Sono nata in provincia di Brescia, perché i miei genitori si sono trasferiti lì per lavoro, ma quando avevo circa vent’anni sono tornata ad Urbino, il paese d’origine dei miei genitori e non sono più andata via, un po’ per le amicizie ma anche per il bel posto.
Parlando della gelateria, quando è nata più o meno?
L’ho aperta circa 6 anni fa, prima c’era tutt’altra cosa, c’era un negozio di abbigliamento e ho dovuto ripartire da zero. Ho dovuto trasformare il negozio e adattarlo per la mia attività. Così ho iniziato un’avventura, anche se da ragazza avevo già fatto questa esperienza. Poi il caso ha voluto, non so il come o il perché nemmeno io, ma mi sono voluta ributtare in questo lavoro.
Come mai la scelta Bio? Da dove è nata?
Quando ho deciso di aprire quest’attività avevo comunque intenzione di proporre un gelato di una certa qualità e diverso dalle gelaterie che c’erano in questa città. Comunque ho alcuni gusti biologici e altri non, dunque non è proprio tutto biologico, però mi piace molto ricercare e fare cose molto naturali. Non uso cose chimiche, coloranti, né grassi idrogenati. E’ una scelta che ho voluto fare perché comunque mi piace, mi piace il mangiar sano, ecosostenibile. So che a livello economico ha un costo, però siccome volevo lavorare in un determinato modo, standoci io e mettendoci la faccia, investendo anche parecchi soldi perché aprire un’attività dal niente, come una gelateria, è molto costoso, dunque anche le materie prime costano molto e anche i prezzi variano di anno in anno, perché va a seconda del raccolto. Ad esempio il pistacchio si raccoglie ogni due anni, questo è l’anno che non si raccoglie e dunque costa molto di più se vuoi un determinato pistacchio. Quindi questa scelta etica che ho voluto fare è anche perché personalmente tengo alla natura, mi piace servire ai clienti un buon prodotto.
Queste materie prime biologiche che lei tratta, da dove vengono? Da chi si rifornisce?
Non sono proprio a km0, perché mi servo da un’azienda del riminese che è da tanti anni in questo settore ed è sempre molto all’avanguardia sul discorso della ricerca, del biologico e del sano. Loro prendono le materie prime e le lavorano loro. Anche questo mi è piaciuto, non le prendono già lavorate. Prelevano le materie prime da determinate zone d’Italia autoctone, dove ci sono queste agricolture. Alcune cose le compro anche a km0 come la frutta, le amarene se sono della zona. Però comunque devono sempre avere tutte le autocertificazioni, schede tecniche, che in alcuni posti si fatica a trovare. Però tutti prodotti che utilizzo sono certificati.
Quindi per lei è importante questo rapporto di fiducia..
Per me è molto importante la fiducia. Mi piace molto sperimentare, non essendo una gelateria appartenente ad una catena ed essendo artigianale, sono libera di sperimentare nuovi gusti. Ad esempio la vaniglia con del croccante e del liquore, il gusto allo zafferano dato che alcuni ragazzi hanno iniziato a coltivarlo qui vicino Urbino.. ho iniziato a sperimentare anche gusti con le spezie. Provo, se vanno, continuo a fare queste ricette, altrimenti sperimento dell’altro. Cerco di dare più scelta. Ho molti gusti senza latte per chi è intollerante, fatti con l’olio d’oliva, è tutto senza glutine. Offro varie ricette e tipologie di gelato, proprio per cercare di accontentare un po’ tutta la clientela. Diciamo che da me non si trovano gusti come il biscotto, il kinder ecc dunque una parte di mercato non l’ho presa, ma questo lo sapevo già dall’inizio. Però anche le mamme sanno che qua offro un certo tipo di prodotto e vengono qua a prendere il gelato ai propri figli.
Salta all’occhio il gusto Nonna Lella.. ma perché questo nome?
Il nome è per avvicinarsi un po’ all’idea della “Nutella” per questo “Lella”, ma comunque non ha il sapore della nutella, è un’altra gianduia e poi “nonna” forse per un discorso un po’ affettivo. E’ un prodotto sanissimo, ha un’altissima percentuale di nocciole, non metto lo zucchero bianco, ma c’è dello sciroppo d’acero biologico ed è tutto vegano. Quindi anche gli intolleranti possono prendere questo gelato. Cerco di usare meno zuccheri o comunque ne utilizzo diversi, ma sempre di origine naturale, vegetale.
Quanto è importante per lei il rapporto col cliente?
Per me è molto importante. Mi piace molto il fatto che il cliente sia informato su quello che mangia, su quello che produco e faccio, perché metto molto impegno nel mio mestiere e quando capita qualcuno che chiede informazioni io sono molto lieta di informarlo. Anche le ragazze che lavorano con me sono ben informate fin dal primo giorno, in modo da sapere ciò che stanno servendo. Ci tengo ad un discorso di trasparenza, anche per questo ho appeso qualche cartello dove si spiega la nostra etica e ciò che facciamo.
Da quest’anno abbiamo anche due gusti dedicati al panda: fior di panda e Lampone/bambù. Praticamente per ogni persona che prende uno di questi gusti, manderà il suo contributo alle oasi del WWF, questo è un progetto in collaborazione con l’azienda da cui mi servo. La cosa interessante è che nel lampone c’è il bambù che fa da addensante naturale e fa anche molto bene, anche per chi ha problemi di glicemia il bambù non fa arrivare subito al picco glicemico perché ha un indice glicemico basso.
Grazie mille Raffaella per la sua disponibilità!
Voi allora che aspettate? Tante novità e gusti sempre diversi e ricercati vi aspettano alla gelateria Raffaella, in questo bellissimo luogo ricco di arte e cultura, che è Urbino!
Potete anche seguire la pagina Facebook ufficiale della gelateria o il suo profilo Instagram se foste interessanti.
Il team di Read or Diet.